PICCOLO GRANDE UOMO (LITTLE BIG MAN) |
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di Arthur Penn, con Dustin Hoffman, Faye Dunaway, Martin Balsam
(Stati Uniti, 1970)
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Piuttosto che un western, del quale conserva solo le vesti, una riflessione, una revisione sull'America di allora e di oggi: l'armata, naturalmente, la religione e la morale, il ciarlatanesimo, l'eroismo mitico, l'iniziativa commerciale. Un film assolutamente insolito ed estremamente aperto: Penn, come sempre, cerca nelle sue opere questa apertura strutturale, che lasci allo spettatore di rispondere agli interrogativi. Ed è roprio per questo il capo indiano non riuscirà a morire, nella splendida sequenza della montagna: costretto al contrario a tornare a vivere il destino degli uomini, l'eterno rinnovarsi della propria tragedia. Film di grande ambizione ed intelligenza, è forse per questo anche disuguale. Volutamente in bilico tra la farsa, il picaresco e l'epopea (proprio per la volontà del regista di non fissarlo in una forma ben precisa, ad esempio drammatica) esso finisce per risentire in parte di questi sbalzi di tono: i passaggi farseschi (il bagno con la moglie del pastore, il triplice amplesso nella tenda indiana, ecc.) non è che s'ibnseriscano alla perfezione nel racconto, e così certi eccessi espressivi dell'ultrasapiente Dustin Hoffman. Rimane perô l'impatto formidabile di un autore che riprende anche qui il destino dei personaggi di tutti i suoi film: l'impossibilità per l'americano giovane e puro di accedere, con i propri ideali, ad un mondo adulto che questi ideali ha progressivamente distrutto.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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